Tigullio occidentale, tra mare e collina

Tigullio occidentale, tra mare e collina

La Liguria
Solo la Liguria possiede il fascino di una regione in cui il mare si fa d’improvviso montagna, senza mezze misure, regalando scenari da capogiro che tutto il mondo invidia. E c’è una fetta di questa terra a mezzaluna che ha saputo aggiudicarsi il vessillo di meta del lusso, uno spicchio di paradiso chiamato Portofino. Un possibile punto di partenza è Rapallo, una delle prime mete del turismo della Liguria che ha visto la nascita a metà Ottocento. Il centro storico è un susseguirsi di ombrosi carruggi e nuove strade, case di pescatori e abitazioni moderne. Il profumo dolce dei gobeletti, piccoli cestini di pastafrolla ripieni di confettura e coperti, porta alla Pasticceria Capena e da lì è facile raggiungere il lungomare Vittorio Veneto, dall’aria elitaria e aristocratica.

Tra liberty e cibo
Chi ama l’arte liberty non si perde una visita al Chiosco della musica, che ricorda i padiglioni di celebrate stazioni termali della Belle Époque. Chi avesse più tempo prosegue per Villa Tigullio, che ospita il Museo del merletto, prodotto in riviera sino a inizio Novecento. La facciata dell’edificio color cremisi si integra con eleganza con il verde del giardino. Si narra che la specialità locale, i pansoti (sorta di ravioli) alle noci, sia nata proprio a San Martino di Noceto, frazione sulle prime colline ricca di noceti. Se si volesse assaggiare un formaggio ormai raro bisogna fare qualche tornante in più. Alla fattoria di Laura Altemani, Dolce Fiorita, si lavora infatti la prescinsêua, un formaggio fresco acidulo e dalla consistenza spalmabile dal latte di Cabannina, la razza di vacca locale con manto bruno e ottima propensione alla caseificazione. Il passeggio sul lungomare di Santa Margherita Ligure fa tappa al Castello del XVI secolo. Alzando gli occhi, tra la rigogliosa vegetazione, si scorge Villa Durazzo. La visita è dedicata ai giardini e agli appartamenti delle famiglie Durazzo e Centurione.

Tra olio e Vermentino
Un altro giardino che richiama l’interesse di chi ama la fotografia è quello dell’Abbazia della Cervara, sulla strada panoramica che conduce a Portofino. Bisogna lasciarla in direzione Nozarego per salire alla Tenuta Santa Barbara per un assaggio di olio extravergine di oliva fruttato e fragrante, ideale per i piatti più delicati.
Il suggestivo borgo di Paraggi è solo la premessa a una delle località italiane più conosciute al mondo. Portofino è borgo quasi intatto, inserito in un Parco Naturale già dagli anni Trenta. Il modo migliore per apprezzare le meraviglie del Parco è quello di percorrere i sentieri più caratteristici, tutti adeguatamente segnalati. Simbolo del Bello italiano, ha stregato un numero infinito di personaggi. Anche Natalia Grosvenor, duchessa di Westminster e discendente dello zar Nicola I, ha ceduto al suo fascino e ora produce in vista del porticciolo di Portofino un Vermentino carico di profumi balsamici nella Tenuta La Cappelletta.

Chi ha buone gambe percorre qualcuno degli 80 chilometri di sentieri del Parco in bilico tra natura e storia alla ricerca dei siti recuperati e restaurati: Semaforo Vecchio, Batterie, Mulino del Gassetta. O conquista l’abbazia di San Fruttuoso, assediata da boschi e mare, dall’euritmica facciata duecentesca. Il premio più ambito sarà la vista dei romanici capitelli del chiostro.

La focaccia di Recco
Per raggiungere Recco, sul golfo del Paradiso e sull’altro versante della penisola di Portofino, bisogna tornare a Santa Margherita Ligure. Si narra che a Recco Goffredo Mameli abbia composto il Canto degli Italiani. Di certo è che in questa cittadina del Golfo del Paradiso si può assaggiare la focaccia di Recco col formaggio Igp, due sottilissimi strati di pasta con un ripieno di formaggio fresco a pasta molle, attestata da una cialda che riporta il simbolo del Consorzio e dell’Unione europea. Con alle spalle il profumo del mare e seguendo la strada lungo il torrente Recco si raggiunge Uscio, un paese conosciuto ai quattro angoli del mondo. Nella frazione di Terrile si trova l’unica fabbrica che costruisce ancora orologi da campanile, oltre che campane. Se si volesse, c’è da visitare anche un museo che ripercorre la storia e la produzione dagli antichi orologi da torre a quelli attuali.

Tratto da: Riccardo Lagorio – Sale & Pepe, Agosto 2021, Liguria: genovesato, tra mare e collina